Villa Candelpergher a posto con 10 milioni
Dagli anni del boom economico Rovereto è sempre stata la zona industriale del Trentino: fabbriche, aziende artigiane, società produttive capaci di dare lavoro a migliaia di persone. da Atene del Trentino, tempio della cultura provinciale, si è dunque spostata verso il manifatturiero. la crisi, però ha smantellato un pezzo alla volta il colosso operaio, ma ha restituito un’attività che sembrava dispersa: il turismo. Certo, sono lontani i tempi di Goethe e del suo “Viaggio in Italia” con tappa obbligata a Rovereto. quello era il settecento lagarino che ha fatto brillare la stella della città della Quercia. Basta pensare a corso Bettini e a piazza Rosmini per rendersi conto dei fasti, pria ancora che immergersi nel centro storico. la sola casa Testori, poi diventata Candelpergher, racchiude in sé il lusso e la civetteria di quell’epoca d’oro, ha ospitato i più bei personaggi europei di allora ed ha salutato, maestosamente eppure discretamente, migliaia di persone confuse nel paesaggio o in attesa di ammirare il viale dell’arte piuttosto che la piazza principale dell’urbe. Un tempo era un albergo, si chiamava “Rosa d’oro” e ospitò Goethe e Mozart. Ma vi soggiornarono anche l’imperatrice Carlotta, lo zar Alessandro e Maria Luigia d’Austria. “Turistoni” verrebbe da dire.
Dopo anni di annunci e il prezioso lavoro di restauro iniziato un paio d’anni fa Casa Testori-Candelpergher sta per essere restituita allo skyline roveretano. Dell’opera si è occupata la società Ciro srl di Giuseppe Tomasi e Giorgio Oss Papot e adesso è praticamente ultimata concedendo un prezioso e ameno ritocco ad una splendida fotografia roveretana rimasta deturpata a lungo.
L’ultima erede della blasonata casata Candelpergher era la madre dell’avvocato torinese Guido Lucarelli che, ritirandosi a vita privata, si stabilì al civico 7 (lo stesso dove aveva lo studio Angelo Bettini) nel 1986. Dopo la dipartita de legale, nel 1999, la moglie ha continuato a vivere nel palazzo fino alla morte. la proprietà è così passata all’unica figlia che l’ha ceduta alla fondazione Lucarelli.
Il restauro, dunque, sta per restituire alla città quell’angolo da cartolina trasformato in appartamenti di lusso e con un piccolo centro commerciale al pianterreno. Quel palazzo, tra l’altro, ha rischiato di diventare un rudere fino a quando, un lustro fa. gli eredi, lentamente perché i costi sono elevati, hanno deciso di rimetterlo in sesto per suturare una ferita rimasta alle intemperie per troppo tempo. Nell’epoca d’oro del capoluogo lagarino, come detto, quel grande edificio affacciato sulla piazza-salotto della città era stato un albergo di “peso”. Uno degli ospiti illustri, Johann Wolfgang Goethe, lasciò lasciò scritto, nelle sue memorie di viaggio, di aver avuto a Rovereto l’impressione di trovarsi già in Italia ed aver avuto qui il primo e gradito saluto nella lingua italiana. Prima, nel 1750, divenne proprietario dello stabile Antonio Luz cui succedette, nel 1771, Filippo Gerola. E in quell’epoca soggiornò alla “Rosa d’Oro” pure Mozart. Riportare lo splendore settecentesco, ovviamente, è costato parecchio 1.500 metri quadri di parco che cingono dalla parte Est, lungo viale dei Colli, un palazzo di due piani più mansarde, al piano terra 800 metri quadrati per esercizi commerciali con una nuova galleria dello shopping tra la piazza e corso Bettini, con accesso dal cancello a ridosso della strettoia e uscita dove c’era la tipografia Baldo. Il resto del palazzo, circa duemila metri quadrati, sarà frazionato in 15 appartamenti di lusso. Un garage interrato multipiano sotto il parco con accesso diretto all’interno del palazzo completa l’intervento. Impalcatura e transenne sono state tolte ed entro l’anno un altro gioiello dell’architettura roveretana si mostrerà agli occhi dei turisti completamente risanato.